I.O.R.I.A.
Cammina su sta Terra sempre in bilico
tra vita e morte certa nascondersi è ridicolo
un piccolo infido brivido pensa a fuggire dalla prigione
di cielo nero sopra l’acqua del pacifico
Cerca riparo dal suo Dio vuole evadere la fede
spezzare le sue regole e vivere da nomade
ma l’occhio vede tutto ogni suo peccato
lamento segregato in un bozzolo distrutto
Tende la mano per aiuto ma nulla lui riceve
un pianto disperato che svanisce tra la neve
un altro anno è passato sempre spoglio
seguito a distanza senza poter prender sonno
Non arriverà quel giorno
dove potrà vivere
senza dover dividere
la mente con il Sommo
Infine il coraggio
una lama sopra l’ugola
del verbo l’ingranaggio
il mondo che s’annuvola!
Rit. Freddy Key
Vivo nello specchio d’acqua più ampio
del fottuto tempo del fottuto spazio
questo Dio mi spoglia con gli occhi di ghiaccio
mi chiude nel tempio tenendomi ostaggio
Vivo nello specchio d’acqua più ampio
del fottuto ego di un fottuto pazzo
questo Dio mi spoglia con gli occhi di ghiaccio
intanto che annego mi dice “Buon Viaggio!”
Whyisn’t
Non so se a parlarmi , sei tu che mi guardi , o sono io impazzito che ho tagliato con gli altri nel primo dei casi il tuo giudizio è folle o lo è sto esilio se resto io contro di me.
Mi ritrovo sospeso nel vuoto a metà tra il cielo ed un oceano sconfinato, qui è sempre sereno un quasar che m’acceca , la materia è assente , la mente viaggia senza freno.
Soliloqui voci sovrapposte la coscienza evacua , da sotto il pelo dell’acqua sento l’eco di note affiora e da orizzonti assenti tutto si fonde e sfuma, animato dal respiro infinito di un Dio che fuma.
Si ti compiaci del tuo genio , ma quanto costa crederti , beccati sti ululati al plenilunio su Nettuno più casino che a un motoraduno , a contagiarvi ognuno …..
Rit. Freddy Key
Vivo nello specchio d’acqua più ampio
del fottuto tempo del fottuto spazio
questo Dio mi spoglia con gli occhi di ghiaccio
mi chiude nel tempio tenendomi ostaggio
Vivo nello specchio d’acqua più ampio
del fottuto ego di un fottuto pazzo
questo Dio mi spoglia con gli occhi di ghiaccio
intanto che annego mi dice “Buon Viaggio!”
Manomorta
Vortico verso Sagitario A, niente più nausea. Da quante ore non so, tanto non rivedrò casa. Una solenne verità mi attende, buia e incandescente colma d’incertezze, ti spiego com’è andata. Dopo diversi decenni in criogenesi, mi sveglio dal sonno indotto solo a bordo dell’Apollo Nephilim, devo lanciare e osservare una sonda in rotta di collisione, con l’orizzonte degli eventi. Facile ma Houston non da più segni di vita, forse non sono raggiungibile o forse è finita, questa fobia spaziale non mi avrà, esco dall’astronave a sistemare il radar ma qualcosa mi chiama. La voce di una dama intrappolata per l’eternità, nella singolarità gravità sovrana. Staccai il cavo che mi teneva saldo in salvo protendendomi verso l’incanto, tratto in inganno! Quando tornai in me, l’oggetto più complesso concepito dalla mente umana era fuori portata, io spinto dritto la gola di un abisso eterno, certo una cosa mai provata. Quest’inferno non lo merito solo per l’ambizione, dell’uomo alla ricerca del suo Dio, perché lo vorrebbe per me se fosse il mio? Mi sfilo il casco a un palmo dall’oblio a(d)Dio.