I.O.R.I.A.
tu mi conosci male, ogni sera torno a casa da lavoro e prego Dio di non guardare ,mangio i miei peccati ho una faccia da funerale, maledico il mio destino manca il tempo per sognare, ho smesso di uccidermi di deprimermi di constringere me stesso di restare dentro i limiti, ho rimosso ogni problema, la fede in un sacchetto fatto della pelle di un falso profeta così ogni giorno uguale, uno schermo nero che riflette il male, così profondo d’affogare, più lo fisso più ci voglio entrare, distacco la mente dal normale il mio corpo un focolare, un mano mi trascina ,la fine s’avvicina, un corpo che s’inchina la mia immagine s’inclina, tempo al tempo tempo inverso, dentro una clessidra con la sabbia che si sfina, oggi è diverso, vivo perso nelle ere anello del potere, impazzito come Smigol, I’m the Evil!
Manomorta
Sta nella larva carnaria che si ciba di te, nella scatola cranica ti rigira le idee. Nelle labbra carnose di lei, nelle pare morbose che idei, nelle vane parole di chi non sa chi sei.
Sta nella vergine distesa sull’altare, nelle retine di chi resta a guardare senza fare un cazzo, sta nel tuo pranzo, quando assapori carne viva e non ne sei più sazio.
Sta nel credo cieco, nel feto di sbieco, strangolato dal cordone ombelicale del gemello e lo porti in grembo.
Sta nella mantide all’apice di quel momento: un misto perfetto tra cannibalismo e accoppiamento.
Sta nell’innesco dell’artificiere, nel suo senso di piacere tra polvere e macerie.
Il tuo inferno è l’eden del principe delle tenebre, vigile dentro te, pronto ad infliggere pene supreme.
Freddy Key
Dio mi ha messo in una nicchia
mi ha detto stai buono a letto ingoia la pasticca
tu non sei un uomo adatto a star nella mia ditta
al tatto la matita diventa dinamite con la miccia
Infilo la pelliccia di chimere il sangue gela
quale magia wicca questa è magia nera
fa della tua pena il tuo dominio
iena inchinati al maligno
lega il peso del macigno
alla catena di uno scrigno
sono l’anatema, l’eczema
metto il male in attacco metà diavolo metà Zeman
le pedine sono al tavolo anche quelle che si odiavano
unite come calamite lottano col clima mite
finché cala il meteorite dite che scalfite il mio metallo
voi cattolici daltonici inchinatevi al re giallo
ballo su tombe in grafite con la succube che scalcia
calza la sostanza di suddette vite
Whyisn’t
C’é un male diffuso che sovrasta ognuno : su un tuo errore chiunque ci si para il culo, fotte un cazzo se un altro senza nome poi scompare… Ci sono macchine la fuori che si sono spente il cuore
Tirarmici fuori sai sarebbe ipocrita;
vivo morendo: entropia indomita
E suona comica
Che ognuno ha ciò che si merita
Perché di solito é ciò che si eredita : é genetica
La diretta conseguenza a tutta questa assenza di senso e di logica
L’ arte che s’escogita
Molti lo temono io invece no
Spesso necessario sento quando arriva si mi trova sempre pronto
Affronto il male
Sono il suo stesso male,
Da qui mi vorrebbe vedere sparire come un ectoplasma aprendo gli occhi dentro al buio della stanza ma frantumo gli scudi
riflettendone l’essenza
Natio d’un bene effimero e superficiale
Chi sta senza abissi e il male
Mi ci confronto da decenni
Sempre nei miei panni
Mer quanto mi concerne
Se subisco dei danni
la Mia pelle ne secerne
Estinguo debiti tu immolati mettendomi alla prova:
Un nucleo galattico attivo segue la supernova
Non tocca terra quando il male detona
Aumenta l’onda;
Jhon von neumann!!!!